La mostra fotografica Snow Art è aperta dal 4 gennaio al 7 aprile 2019. L'ingresso è gratuito.
Immaginiamo che tra le Dolomiti atterri un visitatore proveniente da una galassia lontana. Forse si è perso, oppure è qui per qualche misteriosa ragione. Davanti a lui si spalanca la vista di un mondo nuovo.
Dune candide che si sfarinano sotto vento, distese scintillanti di cristalli di ghiaccio, pareti di roccia antica 250 milioni di anni.
Possiamo affermare che il suo sguardo curioso sia quello del vero artista: dove altri scorgono piatte immagini da cartolina lui intravede il germe di una visione di pura bellezza, non contaminata dagli stanchi cliché della fotografia.
Forse quel viaggiatore insolito, con i mezzi tecnici di cui dispone, raccoglierebbe lungo il cammino alcune immagini del suo viaggio, per mostrarle una volta tornato “a casa”: scatti che raccontano il senso di meraviglia che si prova in questo luogo.
Stefano Zardini, Pierluigi Orler e Gustav Willeit, esponenti eclettici della Fine Art Photography e della Snow Art, non vengono da così lontano: sono rispettivamente di Cortina d’Ampezzo, della Val di Fiemme, di Brunico. Potremmo definirli degli orgogliosi abitanti del “pianeta” Dolomiti.
Eppure possiedono un candore, una capacità di meravigliarsi davanti a un paesaggio come se lo vedessero per la prima volta, trasfigurando un panorama ormai familiare in un’immagine fresca e sorprendente.
Pierluigi Orler, Val di Fiemme
Fotografare è soprattutto saper osservare con profondo senso di meraviglia. Lo ha appreso da piccolo, quando il padre gli ha messo in mano la prima macchina fotografica
Il trentino Pierluigi Orler vede nella neve la proteiforme epifania del divenire, l’entità impalpabile, inedita nella sua trasparenza, la poesia pura.
Figlia della metamorfosi di un elemento, statica quando si posa e coltre bianca infinita, è lei che nasconde qualcosa al di là dell’apparenza di questa fredda landa e che riesce a giocare a nascondino ma poi a farsi catturare dall’obiettivo divenendo suggestione e arte.
Gustav Willeit, La Villa in Badia
Essendo di La Villa in Badia, Gustav Willeit dirige la sua attenzione, fin da subito, verso i paesaggi dolomitici. È affascinato dalle architetture sospese tra verticalità e orizzonte delle Alpi e ce le presenta con un linguaggio insolito e personale.
Nelle opere di Gustav Willeit la montagna è come la Quinta di Beethoven: un’improvvisa sensazione di un suono di considerevole intensità rispetto a cui “l’attenzione è eccitata, e le facoltà si tendono a loro difesa” così come dichiarava Edmund Burke.
Stefano Zardini, Cortina d’Ampezzo
Figlio e nipote d’arte, l’ampezzano Stefano Zardini segue da sempre la bussola del cambiamento: nato in una famiglia di fotografi, ha dovuto farsi strada trovando la propria voce
Stefano Zardini gioca sulla “Negazione della disciplina della ragione” plasmando la trasfigurazione dei paesaggi delle Dolomiti in spazi onirici e fantastici, come se all’inconscio fosse stata lasciata la libertà di elaborazione a dispetto della coscienza e della ragione. Il sogno di vivere, anche per un solo istante, in mondi diversi e fantastici che immaginiamo migliori, ci affascina e ci turba allo stesso tempo.